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78 rivista di scienza

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Rivista di Scienza - Vol. I.djvu{{padleft:88|3|0]]uno specchio che riflette le nostre idee; ma non di rado, per uno strano miraggio, noi ci abituiamo a vedere in esse immagini che non sono nella nostra mente, o che, per lo meno, vi sono ancora poco chiare, mentre nelle parole crediamo vederle apparir nette e precise: d’onde l’inganno di credere a una egual precisione di concetti;

«Denn eben wo Begriffe fehlen
Stellt oft ein Wort zu rechter Zeit sich ein».

dice molto argutamente Mefistofele.

E giustissima mi pare quest’osservazione del Decandolle: «la necessité de chercher le sens attaché au mot espèce par Linné dans les détails de ses ouvrages plutôt que dans leurs principes généraux est impérieuse, puisque la définition d’espèce dans la Philosophia botanica est inapplicable, et qu’on pourrait même la recommander aux professeurs de philosophie comme exemple d’une définition contraire aux règles de la logique. Linné.... dit: «Species tot numeramus quot diversae formae in principio creatae sunt». Ainsi pour savoir si une forme est spécifique, il faudrait remonter à l’origine, chose impossible. Définir par un caractère qui ne peut pas se vérifier, et qu’on ne pourra jamais vérifier, n’est pas définir»[1].

Invero, come meglio vedremo fra poco, Linneo non aveva risoluto, se non in apparenza, il problema della determinazione delle unità naturali o gruppi elementari. Il suo mirabile tatto e anche la non eccessiva abbondanza delle forme ch’egli conobbe e classificò gli facilitarono il compito e lo salvarono, in parte almeno, dagli errori in cui caddero i discepoli.

L’aforismo linneano, che le specie esistenti sono quelle create all’inizio, fece sì, osserva giustamente il Möbius[2], «che la maggior parte dei naturalisti della scuola di Linneo ritennero per loro còmpito di riconoscere nelle diverse forme di piante e di animali le specie esistenti e di distinguerle nettamente fra di loro a parole. E nella loro sicura fede in un dato numero di specie create, non si accorsero che essi stessi stabilivano quali forme fossero diverse, prima che potes-

  1. Decandolle, A. - Étude sur l’espèce etc. (Arch. des Sc. phys. et nat., 11 nov. 1862, p. 26, nota), citato dall’opuscolo del Belli: Observations critiques sur la réalité des espèces en nature etc.
  2. K. Möbius - Die Bildung und Bedeutung der Artbegriffe in der Naturgeschichte. Kiel, Schmidt u. Klaunig 1873.
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