< Pagina:Rivista italiana di numismatica 1890.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.

appunti di numismatica romana 19

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Rivista italiana di numismatica 1890.djvu{{padleft:22|3|0]] Morto Odenato nel 266, Zenobia, ritenendo sempre per sé il titolo d’Augusta legittimamente o arbitrariamente ereditato dal marito, si divise il regno, secondo alcuni, coi figli Timolao e Erenniano, secondo altri con Vaballato, il quale è ancora molto discusso se fosse figlio di Zenobia oppure della prima moglie d’Odenato, né noi entreremo nell'intricatissima e forse inestricabile questione, la quale del resto poco importa al caso nostro. Fatto sta però che di Vaballato ci rimasero monete, mentre nessuna se no conosce degli altri due. Zenobia per parecchi anni governò l'Oriente dalla sua capitale Palmira, lasciata in pace da Claudio Gotico già abbastanza occupato in Occidente, finché Aureliano, impegnato nella guerra contro i Goti, inseguendoli per scacciarli dall’Asia Minore, si spinse collo sue armi fino ad Antiochia. L'intrepida regina gli mosse incontro da Palmira, sostenne una guerra lunga e gloriosa; in cui più volte ebbe il sopravvento; ma poi dovette soccombere, vedere Palmira distrutta e seguire prigioniera a Roma il carro del trionfatore. [1]

  1. dita in commercio, bisogna dire si tratti di monete di Claudio Gotico a cui fa rifatta la leggenda. — Un mio amico competentissimo e autorevolissimo, da me interpellato sull'argomento, mi scriveva alcuni anni sono: «Je puis vous assurer qu'il est de toute impossibilité que ce souverain ait jamais pu frapper en Égypte sous Gallien. On pourrait admettre des pièces d’Antioche, même de Palmyra, mais en Égypte Gallien ne l’aurait jamais admis.» Credo anch’io alla maggiore probabilità por le zecche d’Oriente; ma non mi sembra però che a priori si debba escludere la possibilità di moneto battute anche in Egitto. Gallieno, avendo accordato a Odenato il titolo d’Augusto, non gli avrebbe forse potuto accordare anche il diritto di batter moneta? E non si potrebbe anche supporre che Odenato avesse creduto di poter far senza di tale permesso? Il caso non sarebbe nuovo.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.