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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Rivista italiana di numismatica 1890.djvu{{padleft:265|3|0]]niate in onor della Sesso e illustrate dall’Armand nella sua lodata opera Le Médailleurs Italiens des quinzième et sezième siècles[1]. Il dotto uomo non dubita neppure che le due prime, le quali si conservano nel Gabinetto Nazionale di Francia e recano nel rovescio un motto greco, sieno lavoro di Giammaria Pomedello, pittore, orefice e incisor veronese. Gliene dà prova, com’egli dichiara, il monogramma dell’artefice una mela o, dirò meglio, una cotogna, attraversata da una z schiacciata, nella quale si raccolgono le quattro maiuscolo z, v, a, n, Zuan prenome del Pomedello. Il monogramma è inciso nell’esergo dell’una e dell’altra.

Dalla descrizione dell’Armand risulterebbe che il concetto fosse uno e identico in entrambe le medaglie. Il diritto infatti, così dell’una, come dell’altra, reca, al dir di lui, il busto d’Isabella con la fronte a sinistra, la testa coperta d’un drappo ravvolto, e al basso un tronco, seguito dalla leggenda: ISABELLA • SESSA • MICHAEL • VENETA • E identici sarebbero, del pari, i rovesci, dove tiene il campo la Fortuna, una donna seminuda, seduta, con la fronte volta a sinistra, un freno nella manca, tre chiodi nella destra, il piè dritto su d’un cranio e un casco dopo il sinistro. Le uniche differenze, che vi s’incontrano, secondo quella descrizione, si manifesterebbero non nella sostanza, ma in alcuni accessori: nell’ortografia cioè della leggenda, ch’è greca, nelle dimensioni e ne’ tronchi, che l’Armand ravvisa nei

  1. Armand, Les Médailleurs Italiens, etc. Tomo I, pag. 127-128. Paris 1883.
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