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le monete del ducato napoletano 459

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Rivista italiana di numismatica 1890.djvu{{padleft:476|3|0]]omonimi non convenga”; e poi inchina a concederlo all’ultimo dei Sergi. Cioè al settimo, ch’egli a torto diffama, giudicandolo un “vile che nel 1137, atterrito dai trionfi del re Ruggiero, se gli dichiarò vassallo, e si fece ammazzare per lui, acciocché aggiungesse Napoli agli altri suoi Stati[1].

Eppure un raffronto, non fatto da altri, basta a togliere ogni incertezza. Chi guarda l’atteggiamento dell’effigie, le vesti, i simboli dell’asta e del globo, e la stessa disposizione dell’epigrafe nella moneta di Sergio, la riconosce conforme in tutto al Follis del bizantino Teofilo[2]. Deve credersi dunque che l’imitazione venne fatta da un Duca vissuto o al tempo di quell’imperatore, o poco dopo. E questa contemporaneità, o quasi contemporaneità, non si riscontra in altri fuorché nel primo Sergio, acclamato al seggio ducale circa due anni innanzi alla morte di Teofilo[3].

E indizii altrettanto sicuri si traggono dalla storia. Dopo l’uccisione di Stefano II, grandi sciagure avevano funestata Napoli; ove, con breve dominio, succeduti tre Duchi, l’ultimo, Andrea[4], assalito senza tregua dai Longobardi, e costretto ad allearsi ai Saraceni, era perito per tradimento del franco Contardo[5]. Ma tra mezzo a quei pericoli, l’anno 840, eletto Sergio, già conte di Cuma, d’un tratto, quotarono i tumulti nella città, e fuori si respinsero i nemici. Il nuovo Duca, de prosapia procerum ortus, sed longe nobilior mente[6], rimasto a reggere lo Stato quasi per un quarto di secolo, fondò una dinastia durata fin quando

  1. Da Mss. presso il conte Papadopoli. Il De Petris, Op. c. ed altri attribuiscono lo monete a Sergio I, e invece Falcone, Op. c. a Sergio III.
  2. Fu riprodotto dal Sabatier, Op. c.
  3. L’elezione di Sergio I è posta nel marzo 840, e la morte di Teofilo nel gennaio 842. Capasso, Mon. ad Neap. ducat., ecc. pag. 83.
  4. Lo Spinelli dà il tipo di un nummo d’oro sul quale, preceduto e seguito da caratteri cufici, lesse il nome di Andrea, Op. c. XXVI. Ma fu letto erroneamente quel nome, e in ogni modo non potrebbe riferirsi ad Andrea Duca di Napoli, come qualcuno vorrebbe.
  5. Chronicon ec. ap. Capasso, Op. c., pag. 88.
  6. Vit. S. Athanas. n. 2. L’agiografo soggiunge che Sergio era litteris tam graecis quam latinis favorabiliter eruditus, ap. Capasso, Op. c., pag. 84,
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