< Pagina:Rousseau - Il contratto sociale.pdf
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.

— 45 —

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Rousseau - Il contratto sociale.pdf{{padleft:47|3|0]]

Cap. III

Se la volontà generale possa errare.

Dal fin qui detto ne conseguita, che la volontà generale è sempregiusta e tende ognora alla pubblica utilità, ma non ne conseguita, che le deliberazioni del popolo portino sempre seco la stessa rettitudine. Si vuole sempre il proprio bene, ma non lo si vede sempre: il popolo non mai sì corrompe, ma viene bene spesso ingannato, ed allora solamente sembra che egli voglia il male.

Sovente passa una grande differenza tra la volontà di tutti e la volontà generale; questa non bada ad altro fuorchè all’interesse comune; e l’altra intende all’interesse privato, e non è se mon una somma di volontà particolari: ma togliete da queste volontà stesse il maggiore ed il minor numero, che si distruggono a vicenda[1], e rimane per somma delle differenze la volontà generale.

  1. «Ciascuno interesse, dice il marchese d’Argenson, ha principii diversi. L’accordo di due interessi particolari formasi per opposizione a quello
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.