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lettere di fra paolo sarpi. | 125 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Sarpi - Lettere, vol.2, Barbèra, 1863.djvu{{padleft:133|3|0]]tento propostosi. Ora, non avendo egli cominciato a spaventarsi, lo Spagnuolo tiene il lupo per le orecchie:[1] desistere dal proposito è vergognoso; il seguitare, arduo e di dubbio esito. Il duca difenderà come può meglio la sua libertà, non consentendo che un sol soldato spagnuolo sia ricevuto, com’essi chiedono, nelle sue fortezze: ma, d’altra parte, le forze sue proprie non gli bastano; s’egli potesse, commetterebbe guerra da sè medesimo. Egli non fa niuna stima di ciò che possiede; agogna le cose altrui: tentò già quelle di Francia, come Ginevra; vorrebbe ora tentar quelle d’Italia, come da lui credute più agevoli. Egli, senza dubbio, starà vigilante a tutte le occasioni, e qualsiasi speranza gli servirà d’incitamento. Per ciò che spetta agli altri principi, il papa e la curia di Roma vorranno, per quanto possono, la guerra fuori d’Italia: conciossiacosachè, tra il cozzo delle armi verrebbe meno l’Inquisizione; l’Italia empirebbesi di soldati che hanno in orrore la Religione romana; nè può dubitarsi che la potenza della curia di Roma sarebbe ridotta al suo disfacimento, se la guerra durasse in Italia per soli due anni. Il duca di Firenze lascia guidarsi da due donne, l’austriaca e la lorenese; onde creda la S.V., che egli e lo Spagnuolo hanno la stessa mente ed anche lo stesso scopo. La Repubblica veneta ama la pace e rifugge dalla guerra; pronta a fare ogni sagrifizio perchè quella si mantenga. Se contuttociò, a suo malgrado, altri si precipitassero alla guerra, essa di certo non man-
- ↑ Modo proverbiale, anche altrove usato dall’Autore. Lupum auribus tenere, significa in latino: Fare impresa pericolosa, versare tra due o diversi pericoli.