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146 | lettere di fra paolo sarpi. |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Sarpi - Lettere, vol.2, Barbèra, 1863.djvu{{padleft:154|3|0]]impazienza gli Atti del Senato dopo il regicidio, da Lei raccolti; e la cui notizia mi accompagna con promesse e riserve sante egualmente, e di cui non cerco mallevadore diverso o migliore della stessa S.V. — Opportunamente mi giunsero le Questioni del Cotton; essendo pur vero ch’io ne aveva da Lei ricevuto, tempo fa, un altro esemplare: ma l’imprestito che ne feci ad un amico, fu causa che mai non potessi recuperarle. Or Ella ha soddisfatto a un desiderio che in me restava vivissimo. Novamente, le fo molta riverenza.
CLVII. — Al signor De l’Isle Groslot.[1]
Per il corriero che partì di qui oggi a 15, risposi alle due di V.S. delli 2 e 3 settembre, che vennero insieme con una direttiva al signor Molino. Per questo corriere ho ricevuto quella delli 15, la quale con ogni ragione incomincia dall’ammonir la mia negligenza, che mai ha saputo scrivere a V.S. se non in risposta; il quale peccato non posso negare nè debbo iscusare, ma dir solamente che per l’avvenire mi correggerò.
L’ultima sua, sì come è un vero ritratto delle cose di costì, così mi ha mosso le lacrime, perchè osservando che non passano meglio qui nè in Germania, mi persuado esser la divina volontà, che ancora viviamo sotto il giogo. Ma se così è sua gloria, dobbiamo conformarci alla sua volontà e renderli grazie. Quanto s’aspetta a costì, se la regina avrà
- ↑ Dalla raccolta di Ginevra ec., pag. 290.