Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
lettere di fra paolo sarpi. | 149 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Sarpi - Lettere, vol.2, Barbèra, 1863.djvu{{padleft:157|3|0]]conseguenza l’universale; ma l’instituto è quello che mostra qual sia il comune. — Poi le aggiungerò, che se sino al 1574, quando non erano niente e quando non avevano fatto alcuna impresa, si scorge la mala semenza; chi potesse vedere le susseguenti d’allora fino al presente, potrebbe ben scrivere qualche cosa bella e utile al mondo. Considerando li andamenti di questi Padri da trent’anni in qua, io veggo che sempre si sono posti unitamente ad una impresa particolare. Se bene si tratta in una sola regione, adesso metteranno tutte le loro forze in Francia, per veder di spuntare e farsene padroni; e ardisco di dire, che le cose mostrano tale faccia, che per necessità conviene o che ottengano il suo fine, o che rovinino. Dio faccia, se così è sua gloria, che succeda il secondo, perchè il primo non può avvenire senza una guerra civile; a che essi metteranno ogni industria.
Ho visto una scrittura stampata in Parigi di un miracolo del beato padre loro Ignazio; e mi pare cosa bella che gli abbino dato ufficio di far pisciare le putte, come agli altri pari suoi il suo. Ho veduto una scrittura francese d’una damigella G., e vado congetturando che sia madamigella di Gournai,[1] a favore di questi Padri, ricompensa del miracolo: ed ho creduto che quella ne sia l’autore, perchè nomina e commenda Badouere. Gran cosa che ateisti e Gesuiti s’accoppiano così facilmente!
- ↑ L’abbastanza nota Maria le Jars di Gournay, che Michele de Montaigne avea scelta a sua figlia addottiva. Il suo benefattore era stato cattolico temperato; ma la donna, secondo il solito, non potea non cedere alla seduzione di quei che insidiano alla debolezza muliebre sotto il mantello della religione.