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lettere di fra paolo sarpi. | 173 |
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Io non posso ammetterle che maggiore sia il male fatto dai Gesuiti costì, che qui, forse perchè io non veggo questo, e quello come lontano mi pare minore: ma certo operano più per mezzo degli altri loro ministri, che se essi stessi fossero presenti. Credo bene che se ricevessero qualche incontro costì in luogo più eminente che Nimes, gioverebbe e a voi e a noi. Queste sono delle cose a me più chiare che la luce del sole. E i Gesuiti, innanzi che questo Acquaviva fosse generale,[1] erano santi, rispetto a dopo: non erano entrati in maneggi di Stato, nè avevano pensato di poter mai governar città; dove che, dopo in qua, e sono trenta sei anni,[2] hanno concepito speranza di governar tutto il mondo. Non parlo per iperbole, potendole dir per certo, ch’essi si vantano di dover fra poco tempo poter tanto in Constantinopoli, quanto in Fiandra: per il che anco son sicuro che minima parte della loro cabala è nelle
- ↑ Claudio Acquaviva fu eletto generale dei Gesuiti nel 1581, e tenne quel grado, a cui era salito di soli 38 anni, sino alla sua morte, accadata nel 1615. Fu autore della Ratio studiorum proibita dal Santo Ufficio nè bene accolta da’ suoi; e sotto il suo regime, fu pure emanato il decreto solenne della Compagnia contro gli autori che avevano insegnato potersi in certi casi dar morte ai regnanti. Certo, l’Acquaviva restaurò, colla sua operosità e fermezza, la fortuna assai scaduta e pericolante del suo Ordine; ma non intendiamo il perchè a lui, anzichè al Lainez famosissimo, qui sembrino attribuirsi le teocratiche e tirannesche, le oscuratrici e corruttrici tendenze di esso. Sarebbe stato curioso assai, se il Sarpi avesse un pò meglio svolto il concetto ch’egli erasi formato del governo e (forse) dell’indirizzo pratico dato alla nera società da cotesto frate e aristocrata napoletano.
- ↑ Il computo sembra sbagliato, se vuolsi riferirlo al generalato dell’Acquaviva, dal quale correvano allora soli 30 anni. Ma forse è questo uno dei tanti errori tipografici dei quali è gremita la raccolta ginevrina delle Lettere sarpiane.