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14 | lettere di fra paolo sarpi. |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Sarpi - Lettere, vol.2, Barbèra, 1863.djvu{{padleft:22|3|0]]di aiuto. Non sarò più lungo; ma facendo fine, a V.S. bacio la mano.
- Di Venezia, il 3 febbraio 1610.
CXXIV. — Al medesimo.[1]
Insieme con la lettera di V.S. del 20 gennaio, ho ricevuto l’estratto delle nostre lettere scritte da Parigi, il quale è una molto buona e veridica istruzione delle cose correnti; delle quali desidero vedere qualche esito, perchè le tengo congiunte col servizio di Dio: del rimanente, io non mi curerei della riuscita più in un modo, che nell’altro.
La importunità delli Gesuiti in voler cattedra per leggere le Controversie,[2] sarà forse cosa che riuscirà a bene. Il calor interno si diffonde troppo e indebolisce, se il petto circostante non li fa qualche antiperistasi. Io son restato pieno di stupore come al padre Gouthier sia successa così buona fortuna, che per un tanto fallo sia stato gastigato solo di parole.
Mi duole grandemente la morte del maresciallo d’Ornano,[3] poichè aveva qualche buone opinioni intorno la quiete di Francia, la quale mi pare vedere turbarsi manifestissimamente per opera di questi buoni Padri.