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lettere di fra paolo sarpi. | 223 |
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Ho fatta l’ambasciata a monsieur Assellineau; qual mi dice d’aver sempre scritto a V.S., e lo credo; ma bisogna che l’inviamento che usa sia tardo. Io prego V.S. per il recapito della presente.
Se le cose di Germania non ci dassero materia di ragionamento, resteressimo senza aver che dire; e li ragionamenti che sopra, ciò si fanno, sono piacevoli, poichè non si tratta di sangue, ma solo di diete, accordi e poca osservanza di questi. Con tutto ciò, le cose camminano con lungo tempo, che maraviglia sarà se non avranno qualche sinistro fine.
Il re di Spagna ha fatto il suo terzogenito prete, e datogli una abbadia. Breves dice, se lo faranno cardinale, anco Francia vorrà cardinale un fratello del re di Francia. Questo sarebbe ottimo, chè sarebbono tre papi; ed è concetto da fomentare.[1]
Di Spagna hanno scacciato l’auditore del Nunzio, dicendo che dava a lui mali consigli. Hanno comandato poi al Nunzio, che levi l’interdetto di Sarragoza, ed ha ubbidito. Sono gran punti. Il governatore di Milano ha fatto intendere a Genova che si guardino dal duca di Savoia: egli non può stare, ma sempre inquieta e mette in rovina il suo
- ↑ Molte riflessioni potrebbero farsi intorno a questo costume di creare, per diplomazía, cardinali non solo i congiunti dei monarchi, ma eziandio quei prelati che più erano benevisi alle corti: ma il buon senso stesso dei nostri lettori ce ne dispensa. Pochi anni dopo la data di questa Lettera, era tra le corti di Francia e di Spagna gran ruggine, perciocchè il papa avea nominato due cardinali spagnuoli ed uno solo francese. Bisognava, dunque, tra i preti i cortigiani della Francia, a dispetto di ogni altro riguardo, trovarne due che fossero egualmente degni del cappello. Se questo sia il modo di far gl’interessi della Chiesa, la divina giustizia lo ha già dotto a chi vuole intenderlo; e il dirà, prima che passi un secolo, più chiaramente.