Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
242 | lettere di fra paolo sarpi. |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Sarpi - Lettere, vol.2, Barbèra, 1863.djvu{{padleft:250|3|0]]sicura, e per ogni rispetto di sinistro che potesse occorrere alle lettere prima che venissero in mano di V.S., non ho voluto soprascriverli, se non quanta basta per intelligenza di lei: la quale prego fare una coperta alla lettera, e dirgli ch’è direttiva a lui.
Il signor Barbarigo resterà ancora in Torino fino alle pasque. Quello che possiamo fare della nostra comunicazione, io lo ho scritto già più di 40 giorni a V.S., e ne attendo la risposta.
Non so se io possi credere che il grand’imbroglio in Germania possi risolversi in niente. Chi considerasse le cose passate, e il grand’amore che portiamo all’ozio, dovrebbe crederlo; ma le cose camminano così innanzi, che pronosticano mutazione. Li Genovesi mandarono un ambasciatore in Spagna per il negozio di Sassello: credo che dalli Spagnuoli sarà trattenuto sì, che la piazza li resterà in mano. Pare adesso che li medesimi Spagnuoli voglino fortificare un luogo alli confini di Asti, chiamato Cisterna; cosa che non dovrà piacere al duca di Savoia, nè al papa, per esser feudo del vescovato d’Asti. Materia di vigilia ve n’è molta, ma il letargo è troppo profondo.
Qui si dice che il Parlamento di Parigi per arresto[1]... siccome anco si dice di certa pubblicazione che ha fatto monsignor Servin, con alcune sue aggiunte e interpretazioni contra Bellarmino.
Li rendono molti saluti e baciamani il signor Molino e padre Fulgenzio; e io mi rallegro sopra modo, che, per grazia di Dio, la sanità di V.S. è tollerabile, restando con speranza che sia ancora per
- ↑ Lacuna dell’antica stampa.