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252 | lettere di fra paolo sarpi. |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Sarpi - Lettere, vol.2, Barbèra, 1863.djvu{{padleft:260|3|0]]in Affrica, assai conquassata, senza sapersi nuove del rimanente; di modo che ha avuto una delle vittorie solite. Si è abboccato il duca di Savoia in Susa con monsignor Lesdiguières; e quel principe tratta continuamente con capitani di guerra. Che disegni egli possa avere, qua non è ancora penetrato, nè io posso pensare altro, salvo che voglia dare qualche gelosia a Spagna. È andata attorno una certa voce, che il suo primogenito voglia vestirsi cappuccino. Io non posso affermare questo per vero; ma questo so ben certo, che sua Altezza ha comandato alli Cappuccini, che nelli luoghi del suo dominio non tengano frati, se non sudditi suoi naturali. Ha ancora quel duca fatto spianare una rôcca nella terra di Vezza, feudo della chiesa d’Asti;[1] nè per questo il pontefice fa quel tanto romore che s’avrebbe potuto credere.
Parmi d’aver scritto a V.S. altre volte, che li Spagnuoli hanno fatto quattro richieste al papa: una, che non si metta pensione in capo di Spagnuoli per Italiani; la seconda, che le cause anche in seconda instanza siano giudicate in Spagna; la terza, che il re abbia la nominazione di tutti i vescovati delli Stati suoi d’Italia; e la quarta, che, in luogo delle spoglie di Spagna, si statuisca una entrata annuale ordinaria, e non si faccia più spoglie. Pareva che sopra le tre prime si fosse posto silenzio; nondimeno tornano in trattazione, e di Spagna s’aspetta persona espressa che viene per sollecitar l’espedizione; e di Roma mandarono in Spagna il padre Alagona gesuita, per mostrare che le do-
- ↑ Oggi nel mandamento di Cornegliano e nella diocesi d’Alba.