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lettere di fra paolo sarpi. | 265 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Sarpi - Lettere, vol.2, Barbèra, 1863.djvu{{padleft:273|3|0]]chimere; e se ben di Spagna hanno licenziato i suoi ambasciatori, per l’affronto fatto in Torino dal luogotenente di Nemours al segretario spagnuolo, nondimeno da questo non ne seguirà niente. E chi sa che tutte queste cose non siano fatte di comun concerto?
Ho veduto la scrittura di monsignor Casaubono, molto ben ornata; ma ci desidererei maggior abbondanza di soggetto. Non mi resta altra cosa con che attediare V.S. più lungamente, e dubiterei, quando altro ci fosse, di mancar della debita discrezione. In por fine alla presente, le bacio la mano, con il signor Molino e padre Fulgenzio.
- Di Venezia, li 3 gennaio 1612.
CXCIV. — Al medesimo.[1]
L’ultima mia fu delli 3 del presente, e per questo corriero non ho veduto lettere di V.S. La causa credo esser venuta dalli tempi sinistri che passano. Non ho voluto restare, se bene ho angustia di tempo, di farle riverenza, particolarmente per dirle, che si mette in ordine la congregazione delli padri Gesuiti per la primavera in Roma. Gli astrologi pronosticano sempre male dalle congregazioni delle stelle malefiche: piaccia a Dio, che è superiore a stelle ed a cieli, di convertir ogni cosa in bene. Credo che si faranno valer in Roma contro la Repubblica di Lucca, perchè in quella città sono stati lasciati eredi di una grossa facoltà da una gentil-
- ↑ Stampata come sopra, pag. 435.