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272 lettere di fra paolo sarpi.

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Sarpi - Lettere, vol.2, Barbèra, 1863.djvu{{padleft:280|3|0]]dirò ingenuamente quant’io ne so. Egli fu imprigionato per conto della Inquisizione, ai dieci di novembre, mentre usciva dal palazzo dell’ambasciatore fiorentino; ed essendogli state tolte le regie lettere e il salvacondotto pontificio, come noi diciamo, senza del quale non volle partirsi da Siena, a dì 24 di detto mese, sul levar del sole, venne appiccato in Campo di Fiore, e subito dalla forca deposto e portato al sepolcro. Così mi fu scritto allora da Roma; se non che, nella settimana seguente, uscì voce dal palazzo dell’ambasciatore di Francia, non essere stato l’abbate che fu impiccato, ma un altro:[1] di che tutta Roma ne rise, e così mi fu ridendo raccontato per lettera, aggiugnendosi che l’appeso alle forche era di statura e di sembianza


  1. Di questo abbate, che più volte avea preso e deposto gli abiti di monaco Celestino, ecco in compendio quanto può dai biografi raccogliersi. Uomo d’inquieta e violenta natura, ma di potente facondia nella predicazione; sì poco filosofo, che erasi ridotto alla indigenza per la sua caparbietà nel cercare la pietà filosofale; aveva nell’orazione funebre di Enrico IV, recitata a Sant’Eustachio, fieramente inveito contro i Gesuiti, imputando ad essi il seguíto assassinio. Dopo i reclami che perciò si fecero, egli diè in pubblico una difesa, che fu stimata peggiore della prima offesa. Dicesi che la regina, per metterlo in salvo dall’odio che in Parigi erasi procacciato, immaginasse di mandarlo a Roma; e la scelta del luogo parrà a tutti ben singolare, anche per chi voglia credere la Medici aliena da ogni nefanda macchinazione. Il Dubois si lasciò trarre nella rete; e giunto appena in Roma, vi fu catturato, e chiuso nel Castello di Sant’Angelo; d’onde, a malgrado delle premure fattene da tutti quelli che gli erano amici, non fu mai potuto liberare, finchè la morte non pose fine ai suoi giorni nel 1628. Il che farebbe credere, secondo noi, ad una certa connivenza tra le corti di Parigi e di Roma; perchè, senza di ciò, non parrebbe possibile che a quella non riuscisse in quindici anni, volendolo, di salvare un francese dagli artigli dell’Inquisizione.
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