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lettere di fra paolo sarpi. 307

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Siamo stati in grand’espettazione delle cose di Germania: al presente nessun più vi pensa. Si tiene per fermo che il re Matthias debba succedere eletto senza difficoltà. Di Germania non si può aspettare cosa che vaglia, se il freddo naturale della nazione non è contemperato col calore di altri. Nessun può se non Inghilterra, il quale non vi può attendere, essendo occupato con Vorstius,[1] ed in altre cose di questo genere. Ho veduto una risposta di Casaubono al cardinale Du Perron, che mi par bella; e se debbo usar comparazione, la preferisco a quella che scrisse al gesuita.

Par che si vada risolvendo che il signor Barbarigo vada in Francia, e non in Spagna. Ma ciò non sarà se non fra un anno, ed a Spagna si provvederà fra un mese; onde passato quello, saremo certi. Io qui finisco, ed a V.S. riverentemente bacio la mano.

Di Venezia, il dì 8 maggio 1612.



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CCVIII. — A Giacomo Leschassier.[3]


Grandissima consolazione provai nel ricevere le lettere della S.V. in data dei 15 d’aprile, e veder così rinnovellata la nostra epistolare corrispondenza. Anche mi allegrai nell’udire che sia stato autorizzato


  1. Celebre teologo protestante nativo di Colonia, il quale però ebbe oppositori alle sue dottrine anche fra gli stessi protestanti, a cui quelle parvero macchiate di socinianismo. Si chiamò Corrado, e non bisogna confonderlo co’ suoi due figli Guglielmo-Enrico ed Elio-Everardo.
  2. rigi e autore di un: Elenchus libelli de ecclesiastica et politica potestate.
  3. Stampata, in latino, tra le Opere ec., pag. 102.
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