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lettere di fra paolo sarpi. 309

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Sarpi - Lettere, vol.2, Barbèra, 1863.djvu{{padleft:317|3|0]]proibita, come sa, anche la corrispondenza epistolare; e nondimeno, vanno eccitando subbugli e rimescolano ogni cosa.

Infinite grazie all’eccellentissimo signor De La Marteliere,[1] avvocato della Università, per la benevolenza che m’ha dimostrato. Credo che qui dovrebbe leggersi con moltissima soddisfazione la sua Arringa latina contro i Gesuiti. Se gli piacerà dedicarla alla Repubblica, dovrà darsi l’intitolazione in questo tenore: Al Serenissimo Duca Leonardo Donato,[2] e al Senato della Repubblica di Venezia. Credo che darà in luce una piccola lettera, in cui tratterà proficuamente del signor Fresney e della sua cognazione.[3] E sarà di molto decoro, se al Legato regio che stanzia qui, piacerà fare offerta del libretto in nome di lui. Ma checchè sia per fare, io consiglio che s’offra al Principe dopo il primo di luglio, per non avvenirci nel tempo istesso che seguirà la mutazione dei Procuratori del collegio.

Del resto, a me preme moltissimo di esser amato dalla S.V. eccellentissima e dal signor Gillot, come di mostrare ad entrambi coi fatti la mia servitù. Che osservo e venero ambedue secondo il dovere; e mi dura continuo nell’animo carissima e desideratissima la memoria della SS.LL., alle quali fo umile reverenza.

Venezia, 8 marzo 1612.




  1. Gli editori veronesi seppero leggere questo nome meglio che, replicamente, non avean fatto i Ginevrini. Vedi la nota a pag. 285.
  2. Sedeva il Donato sino dall’anno 1606, ma venne a morte in quell’anno medesimo. Vedi la Lettera CCXIII.
  3. Come allora era l’uso di tutte le dedicatorie.
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