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24 lettere di fra paolo sarpi.

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Sarpi - Lettere, vol.2, Barbèra, 1863.djvu{{padleft:32|3|0]]contro di lui a Roma, non so se ricercati,[1] o di propria fantasia. Dio lo favorisca a far fine tollerabile, perchè buono non si può sperare.

È ottimo il pensiero di Domenico Molino di aiutare gli offici che si fanno in Costantinopoli contro i Gesuiti,[2] con trattare e far sapere alla gente del Turco, che per causa loro non ha ottenuto quello proponeva. Viene scritto che si tratta una riforma nella università di Parigi, che non piace molto ai padri Gesuiti. Se fosse cosa utile e da essere imitata nello studio di Padova, sarebbe bene avvisare, per incitar con l’esempio a qualche bene.

Di Venezia, il 16 febbraio 1610.




CXXVII. — Al signor De l’Isle Groslot.[3]


Io ho formato un poco di cifra, come V.S. mi ha mostrato desiderare nella sua delli 3 febbraro, avendo cercato di accomodarmi a vocaboli comuni anco alla lingua francese, acciò V.S. non abbia da annoiarsi per scriver italiano; e sebbene la cifra è sterile di vocaboli, potremo nondimeno andarli accrescendo alla giornata coll’alfabeto. Ma mentre il signor Foscarini starà in Francia, le lettere veniranno sempre sicure. La difficoltà insuperabile è quando egli sarà partito; perchè non averà un successore simile a sè, e quando le lettere fossero fuori


  1. La prima edizione ha qui, erroneamente: ricevuti.
  2. Queste parole troveranno schiarimento nella Lettera che segue.
  3. Stampata nella raccolta di Ginevra, pag. 227.
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