Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
314 | lettere di fra paolo sarpi. |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Sarpi - Lettere, vol.2, Barbèra, 1863.djvu{{padleft:322|3|0]]spagnuolo, che si ritrova a Napoli, di andar immediate a Roma, per assistere a quei capitoli e procurare che siano eletti Spagnuoli.
Il cavaliere Wotton si ritrova a Torino ambasciatore del re della Gran Brettagna; e se bene si dice che il suo negoziato non porti altro, salvo che il dar esclusione al duca del matrimonio della principessa, nondimeno molte congetture vi sono che quel duca, vedendo la stretta unione di Francia e di Spagna, pensi che sia necessario qualche contrappeso. Pensiero che piacesse a Dio entrasse nella mente di quelli ai quali è più necessario!
Il duca di Parma in questi giorni ha fatto morire dieci persone,[1] fra quali sette sono nobili titolati, per conspirazione contro la persona sua; e si tiene per certo che la confiscazione di tutti li beni loro, eccetto che delli feudi, sarà applicata alli Gesuiti. Ma in Palermo a questi buoni Padri è avvenuto un bell’accidente. S’è morto un gentiluomo ricco, molto loro divoto, avendo fatto testamento, e instituito un figliuolo unico suo e li Padri insieme, dando l’esecuzione del testamento ad essi, con facuità di divider l’eredità come fosse piaciuto loro, e dar al figlio
- ↑ Eccone i nomi (e Vedi la nostra nota a pag. 221) — Contessa Barbara Sanseverina, conte Orazio Simonetta suo marito, marchese Gio. Girolamo di Sala figlio di Barbara, conte Alfonso Sanvitale, marchese Gio. Francesco Sanvitale, conte Pio Torelli, conte Gio. Batista Masi, capitano Bartolommeo Rovezan da Reggio, Oliviero de Olivieri parmigiano, Onofrio Martani perugino. I tre ultimi vennero impiccati: “Dopo questo fatto, un Padre Gesuita fece un sermone, stando nel palco dove avevano decapitati detti Signori, con animare la città ad esser fedele al suo Principe, et non atterrirsi per detto spettacolo.„ Tale è la conclusione di un racconto contemporaneo.