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326 | lettere di fra paolo sarpi. |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Sarpi - Lettere, vol.2, Barbèra, 1863.djvu{{padleft:334|3|0]]più del dovere; farò fine baciandoli la mano insieme con il signor Molino e padre Fulgenzio.
- Di Venezia, il dì 31 luglio 1612.
CCXIV. — Al medesimo.[2]
Non avendo ricevuto lettere di V.S. dopo quella delli 10 luglio, mi son persuaso ch’Ella sia ancora in viaggio, e resto in qualche dubitazione se le mie le siano pervenute in mano. Con tutto ciò, non posso intermettere il debito ufficio di scriverle con ogni corriere, quantunque non abbia soggetto degno; poichè le cose in Italia camminano nei modi consueti. In Piemonte, quantunque quel duca non possi aver occasione di dubitare che alcuno sia per offenderlo, tuttavia attende a crescere la sua soldatesca con nuove compagnie; e quello di Parma ad imprigionare i suoi cittadini. In Roma si consulta sopra il matrimonio del principe di Galles con una sorella del duca di Toscana, come se d’Inghilterra fosse concluso; e per cosa certa è che di là non vi è risoluzione alcuna. Non so, che pensare della rottura tra il papa e la Repubblica. Succederebbe senza dubbio se li Spagnuoli la volessero; ma essi, o perchè non metta lor conto la guerra in Italia, o per qualche altra cosa, non vogliono o differiscono. Intanto il papa s’irrita più, e la Repubblica si fa meno diligente.
Non so quello che debba pensare del nuovo im-