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332 lettere di fra paolo sarpi.

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Sarpi - Lettere, vol.2, Barbèra, 1863.djvu{{padleft:340|3|0]]pienamente dentro l’annata, siccome spero; ma in questo intervallo non tralascerò d’inviar lettere alla S.V. anche col mezzo del signor Leschassier, quantunque non con quella libertà che mi prometto di usare per l’avvenire. Niente ho ricevuto per ora da Francfort; ma non fa caso, avendo io voluto che nascondessero quel che mandavano sotto i grandi involucri delle merci, affin di salvarlo dalla sorveglianza di quei di Trento. Prego Dio che serbi a lungo in sanità la molto egregia S.V.; e le bacio le mani.

14 agosto, 1612.




CCXVII. — A Giacomo Leschassier.[1]


Fui confortato da grandissimo diletto leggendo le lettere della S.V. in data del 12 luglio, per le quali m’informa che indarno si cercò di dare un successore a Richer nell’officio del sindacato. Io penso che qui non si tratti soltanto dell’onore di quel personaggio, che pur reputo degno di somma venerazione, ma altresì d’un interesse comune; poichè, se gli è stata mantenuta la carica, sarà manifesto a tutti che i buoni approvano la sua dottrina. Io ho sempre ammirato e avuto in grandissimo onore la fermezza francese nel difendere la libertà della Chiesa, ma oggi più che mai, vedendovi incrollabili di fronte alle contrarietà del cielo e della terra. Prego Dio che aiuti e coroni di buon successo la vostra costanza e i vostri sforzi.


  1. Edita come sopra, pag. 105.
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