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lettere di fra paolo sarpi. 341

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Sarpi - Lettere, vol.2, Barbèra, 1863.djvu{{padleft:349|3|0]]bacio la mano, salutandola per nome degli amici, il signor Molino e padre Fulgenzio.

Di Venezia, il dì 11 settembre 1612.




CCXIX. — Al medesimo.[1]


Scrissi a V.S. sotto il dì 11 di questo. Col presente ordinario ho ricevuto la sua delli 4 dell’istesso mese, insieme con la raccolta delli privilegi de’ Gesuiti, i quali io credo aver manoscritti tutti. Confronterò questo esemplare stampato col mio, e in caso che avessi alcuna pezza di più, la manderò.

Con queste medesime ho ricevuto la Disputa politica, della quale avendo trascorso alcuni capi, veggo che l’autore ha di buone opinioni, e lo stimo. Solo mi pare che quella materia non dovesse esser trattata con così pochi argomenti, ma ricercasse maggior confirmazione e confutazione. Io credo che dagli altri libri che ha piaciuto al signor Gillot d’inviarmi, sarò per cavar profitto; perchè la negoziazione del Concilio di Pisa, nei suoi tempi, fu di molto momento. Io prego V.S. a far i dovuti ringraziamenti a quel signore, al quale io ho tanti obblighi, che non potrò corrispondere in minima parte. Aspetto di vedere la risposta del figlio di Barclaio,[2] credendo, anzi essendo certo, di trovarci dentro di belle arguzie.

Il libro della medesima materia stampato in Heidelberg, non è comparso in questo paese, ma


  1. Edita come sopra, pag. 498.
  2. Vedi la Lettera seguente ed altre.
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