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356 | lettere di fra paolo sarpi. |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Sarpi - Lettere, vol.2, Barbèra, 1863.djvu{{padleft:364|3|0]]tro la bigamía,[1] ma m’informerò e sapro dirgliene l’intiero.
Sono restato stupido intendendo il successo del prigione menato da Verdun; ma non mette conto a chi può, che si scuopra la verità. Ho sentito estremo piacere, che monsieur di Thou sia stato soddisfatto di quanto ho potuto fare in suo servizio. Mi rendo certo ch’egli avrà abbondantemente quanto desidera in quel particolare.
I motivi che passano tra i sudditi dell’arciduca Ferdinando e di questa Repubblica, continuano ancora, piuttosto perchè quel principe non ha tutta la obbedienza che bisognerebbe nei suoi sudditi, che per altra causa. Erano venuti ai confini del Friuli alcuni soldati di quelli già di Passau, in numero di circa mille, forse con animo di metter terrore: ma sono fatte dal canto di qua le debite provvisioni, e i medesimi sudditi arciducali, non potendo sopportarli, s’affaticano per la loro partita. Non posso se non maravigliarmi della prudenza di chi maneggia simili affari, e crede con mille persone far quello che non basterebbono 2000.
Io sento con dispiacere i disgusti che costì sono dati alli buoni Francesi, e prego Dio che mettendoci la sua santa mano, vogli ridur il tutto in pace. L’opera che si compone mettendo insieme le opposizioni fatte ai tentativi romani, sarà molto utile.
La morte di monsignor Bongars,[2] che per infiniti