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lettere di fra paolo sarpi. | 363 |
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CCXXVI. — Al medesimo.[1]
Quantunque sino a quest’ora sia incerto se il corriere venuto ieri a sera mi porti lettere di V.S., nondimeno, per seguir ordine di darle avviso delle cose che qui passano, prevengo la venuta delle sue, le quali aspetto con desiderio d’intendere la buona piega che avranno preso le cose di costì.
Scrissi a V.S. ultimamente sotto il 18 decembre: d’allora in qua abbiamo avuto assai novità in Italia. Morì un figliuolo del duca di Mantova, in età infantile, e il padre ha seguito pochi giorni dopo.[2] Resta di lui una figliuola, la quale potrà esser pietra d’intoppo alle case di Savoia e di Mantova. Pare che il duca di Savoia pretenda il marchesato di Monferrato per lei, ad esclusione del fratello del morto, allegando il costume che quello Stato passi anco nelle femmine; anzi, entrò nella casa di Mantova per la madre dell’avo del morto duca. Dall’altro canto, per i Mantovani si dice, che da Massimiliano imperatore fu quel marchesato unito con lo Stato di Mantova in un solo corpo, onde non si abbia più da separare, e perciò debbi seguire le condizioni ancora di quello.[3] Se Italia non fosse sotto il pedante, questa sarebbe un’occasione di alterare la presente quiete, avendo il duca di Savoia grande
- ↑ Edita come sopra, pag. 527.
- ↑ Il principe Lodovico e il duca Francesco Gonzaga, morti ambedue nel mese di dicembre del 1612. Vedi il Muratori, sotto quell’anno.
- ↑ I termini della questione insorta, e le conseguenze che per allora ne derivarono, sono abbastanza svolte dall’Annalista sopra citato, sotto l’anno 1613.