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366 lettere di fra paolo sarpi.

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Sarpi - Lettere, vol.2, Barbèra, 1863.djvu{{padleft:374|3|0]]che molte mie sono andate in sinistro, nè so a chi ascriver la causa. Quelle di V.S. però mi sono capitate sempre. Le quali cose tutte io le scrivo per avviso, non sapendo giudicare donde venga il mancamento. Dal signor Guzzoni non può venire, perchè vedendolo diligente nel mandar le lettere in qua, giudico che faccia l’istesso nel mandarle in costà. Di nuovo le bacio la mano, pregando Dio nostro Signore, che le doni felicità.

Dopo chiusa questa, io ricevo una di V.S. delli 11 decembre, la quale, senza poter leggere se non nelle parole chiare, mi costringe a fermarmi qui, e dirle che mi rimetto a scriverle il giorno seguente.

Di Venezia, il 1 gennaio 1613.




CCXXVII. — Al medesimo.[1]


Ieri, credendo che il corriere partisse, mandai il plico mio alla posta, e con un solo polizzino diedi conto a V.S. d’aver ricevuto la sua delli 11 decembre, senza averla ancora intieramente letta. Il corriere ha differito l’andata al giorno d’oggi, onde ho potuto aver spazio di ringraziarla degli avvisi; li quali ho anco comunicato al signor Barbarigo, il quale nel particolare che toccava a lui, cioè, che V.S. ha ricevuto la sua e farà quello che gli scrive con le opportunità e comodità che il negozio ricerca, risponde ringraziandola, e pregandola a non mancare.

Io le dirò questo di nuovo, ch’è cosa risoluta che egli sarà ambasciatore in Francia; sì che non vi ha


  1. Edita come sopra, pag. 532.
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