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lettere di fra paolo sarpi. | 375 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Sarpi - Lettere, vol.2, Barbèra, 1863.djvu{{padleft:383|3|0]]silvania. Già alcuni mesi si disse che Cesare desiderava la guerra con i Turchi per divertire la civile. Se ciò vorrà, ne otterrà la grazia. Piaccia a Dio ch’egli non abbia l’una e l’altra, e poco modo di sostentarle, purchè li principi confessionisti siano savi e apprendino pericolo.
Ho inteso per le lettere di monsieur Asselineau, che di nuovo s’eccita la controversia di Tileno.[1] Dubito che sia per partorir qualche male, e desidererei più tosto che non li fosse risposto, e ch’egli fosse lasciato dibatter da sè solo, perchè così il fuoco si estinguerebbe per mancamento di materia; perchè venendo alla contenzione, è gran pericolo di gran conseguenza. Nè si deve aver in considerazione che la cosa in sè poco importi, poichè tutte le passate differenze sono state di questa natura, le quali gli uomini hanno aggrandito con l’opinione. Svanisce il calore quando è senza frutto e senza antiperistasi. Similmente, quanto alle cose di Ferrier,[2] più tosto desidererei che le chiese cedessero, che far apertura all’appellazione, come cosa di conseguenza.
Il duca di Savoia tuttavia continua in arme, senza che il mondo vegga altro frutto se non il consuma-
- ↑ Il celebre Daniele Tileno, calvinista e professore di teologia in Sedan, che aveva avuto controversie assai rumorose col ministro Du Moulin, e appresso anche altre col Cameron; stato in Inghilterra nelle grazie di quel re, poi dagli Inglesi accusato d’eresia: uomo di grande ingegno e d’eloquenza, ma nel disputare settariamente accanito, e che ancora per ciò, secondo il saggio intendere del Sarpi, aveva fatto e far poteva più male che bene. Morì in Parigi nel 1633.
- ↑ Geremia Ferrier, uno dei più caldi sostenitori della religione riformata, ma che forse allora inclinava e poco di poi si convertì al cattolicismo.