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lettere di fra paolo sarpi. | 377 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Sarpi - Lettere, vol.2, Barbèra, 1863.djvu{{padleft:385|3|0]]di Mantova sono appresso che composte. La duchessa vedova si ritira in un castello del Mantovano chiamato Goito, dove sarà servita da Savoiardi, restando però il castello guardato da Mantovani. Del rimanente, le cose in Italia passano con quiete.
Il vescovo di Bamberg, ambasciatore cesareo a Roma, ha eseguito la sua legazione quanto alle cose ordinarie, e il pontefice ha confermata la elezione del nuovo imperatore, con parole: Matthiam regem romanorum electum in imperatorem confirmamus. E si è fatto pubblica scrittura così di questo atto, come di quello che l’ambasciatore ha fatto verso il papa. Ma il rimanente oltre le suddette parole, si tiene occulto, forse perchè non sia opportuno che da tutti sia saputo in questo tempo.
Di Levante si ha per certa la partita dell’ambasciatore persiano verso il suo signore, accompagnato da un ministro del Turco, che va per dichiarare le confini: cosa molto artificiosa, potendo, se li tornerà a conto, con questo capo romper tutta la trattazione. Quel principe de’ Turchi ha risoluto voltar le sue armi verso Occidente; e quantunque le genti militari che ordinariamente stanno alli confini de’ Persiani, bastino per la defensiva, ha oltre di ciò mandato cinque mila combattenti alle frontiere di Persia e dieci mila alle frontiere di Media, e ha pubblicato la sua andata in persona; con comandamento a tutti li suoi stipendiati d’esser seguito senza nissuna escusazione. Vuole innanzi la primavera transferirsi in Adrianopoli, per far muovere immediate tutta la milizia; onde si dubita che, spuntate le prime erbe,[1] debbino
- ↑ Considerato come modo di lingua, ci sembra degno