< Pagina:Sarpi - Lettere, vol.2, Barbèra, 1863.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.

lettere di fra paolo sarpi. 393

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Sarpi - Lettere, vol.2, Barbèra, 1863.djvu{{padleft:401|3|0]]esso tratta ogni affare, e mira a tenere occupati tutti i suoi soggetti in poche intraprese di rilievo; vietando, per non attraversarle, che s’immischino in altre. Eppure l’uomo che maneggia tanti affari, non vale a tener in dovere essi Padri. La V.S. ben conosce quel che di grave vadano macchinando fuori d’Italia. Agitano in Italia due disegni, dei quali l’uno sovrasta a Roma e l’altro a Venezia; ma i consigli degli uomini sono per lo più tanto rei, quanto vani.

Avrò sommo piacere di ricevere tutto che di stampato o manoscritto sarà composto dal clero e dalla università di Tolosa contro di loro; giacchè giova assai a’ nostri il conoscere questi e simili altri argomenti. Sono anche bramosissimo di sapere checchè altro sarà per seguire nell’affare del sindaco Richer. Intanto prego Dio che conservi alla S.V. la sanità, e le bacio le mani.

26 marzo, 1613.




CCXXXVII. — Al signor De l’Isle Groslot'.[1]


L’ultima mia fu delli 12, e per il presente corriero ho ricevuto quelle di V.S. delli 19 febraro e delli 4 del presente. Alle quali prima che rispondere, mi fa necessario dire a V.S., che monsieur Assellineau, dopo avermi narrato d’aver in una sua avvertito V.S. di quanta cauzione fosse bisogno nel trattare con certe persone medie, o piuttosto neutre, per quello che a me tocca, mi mostrò poi un capitolo di let-


  1. Edita nella raccolta di Ginevra ec., pag. 552.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.