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lettere di fra paolo sarpi. | 423 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Sarpi - Lettere, vol.2, Barbèra, 1863.djvu{{padleft:431|3|0]]e di questo pure io venero la costanza, ma più quella di Lei, che non si contentò di arruolarsi tra i più accesi difensori di libertà, ma volle esserne e banditore e promulgatore, a costo pure d’incorrere nello sdegno dei potenti. Io vorrei pregare di tutto cuore la S.V. a non privarmi degli altri scritti da Lei ricordati, e ch’io leggerò e divorerò, se non di seguito, in ore per me le più preziose. E per indurla a farmi su tal punto contento, ne ringrazio la S.V. non come di cosa promessa, ma ancora adempiuta; mentre sto con avidità attendendo il compimento delle scritture. E mi vergogno di non poter renderle il contraccambio; ma la indole sua cortese e inchinevole al beneficio, terrà in luogo delle opere la volontà mia disposta a servirla. Intanto le auguro continua sanità; e la prego ad onorar me, suo devotissimo, della usata benevolenza e favore. E le bacio le mani.
- Venezia, 17 febbraio 1617.
CCL. — Al signor de l’Isle Groslot.[1]
Se io provassi d’esprimere il piacere sentito nell’animo vedendo le lettere di V.S. dei 21 del passato, resterei molto al disotto del segno. Nei prossimi anni intendendo le turbazioni di cotesto nobilissimo regno, ho sempre fatto riflesso alla persona sua, e compatito agli incomodi e agli affetti d’animo che la vedevo sostenere. Dopo che, per lettere del signor ambasciatore Gussoni, intesi ch’Ella si ri-
- ↑ Dalla raccolta di Ginevra ec., pag. 574.