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450 | lettere di fra paolo sarpi. |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Sarpi - Lettere, vol.2, Barbèra, 1863.djvu{{padleft:458|3|0]]nere in tutto quello che al suo nome tocca, rifiuta il suddetto legato, e ricusa di riceverne in qualsivoglia modo beneficio alcuno; supplicando umilissimamente V.E. illustrissima di comandare, che di questa ricusazione sua ne sia fatta nota.
1622, addì 28 aprile.
Lettera del superiore del Convento dei Serviti al Doge.[2]
Iddio ha chiamato dalle fatiche di questo mondo al riposo del Paradiso il suo fedel servo, e mio dilettissimo, monsignor Paolo; ed a me che, col prezzo della mia vita avrei voluto essere a Vostra Serenità nuncio del suo miglioramento e sanità, conviene esserlo della sua morte: morte per me luttuosissima e colpo il più fiero e grave, che in vita ebbi ancora
- ↑ facilmente i soli sospetti si travestivano con le colpe. S’introdussero al magistrato secretissimo degl’Inquisitori di stato, e ripartiti gli offizi, altri di accusatori altri di testimoni, tradivano la giustizia e i giusti. Ma durar non potè troppo lungamente questa conventicola infame; perchè, scoperta l’atrocità del misfatto, furono, tra’ principali, Girolamo Vano da Salò e Domenico da Venezia con giusto supplizio puniti. Il Foscarini, con pubblica dichiarazione di sua innocenza, se non restituito alla vita, fu almeno alla fama reintegrato, e la di lui famiglia al pristino lustro ed a’ maggiori gradi dal comune compatimento promossa.„ Istor. cos. venez., lib V, tom. I, pag. 248.
- ↑ Inedita, e novamente tratta dall’Archivio Generale de’ Frari. La data fu forse omessa, insieme colle sottoscrizioni dei frati. Quell’astro di tutta beneficenza, e certamente tra i primi di che il cielo d’Italia giammai si adornasse e onorasse, cessò di splendere a dì 14 gennaio del 1623.