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46 lettere di fra paolo sarpi.

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Sarpi - Lettere, vol.2, Barbèra, 1863.djvu{{padleft:54|3|0]]giato dalla curia romana; la quale porrà mano ai fulmini. In tanta contraddizione di animi, non potrà lungamente mantenersi la concordia nel governo della Chiesa. Passi per congettura; ma quantunque la Francia non assaggi la guerra, pure eviterà quei rimescolamenti che sono frutto delle discordie. Faccia Dio che ogni evento partorisca a lui gloria; ed io lo prego perchè sempre protegga la S.V. eccellentissima, e mi dia forze a chiarirmele non disutile servitore. E stia sana.

Venezia, 30 marzo 1610.




CXXXIII. — Al signor De l’Isle Groslot.[1]


Più volte mi son vergognato in me stesso, considerando che le mie lettere a V.S. sono tutte vuote; sì come, per il contrario, le sue a me tutte piene: e conosco bene la molta affezione che mi porta, poichè quella aggrandisce ancora li concetti bassi ch’io le so rappresentare.

Se succederà che alcuna cosa si muova, chi vorrà attendere alle gran preparazioni che si vedono già incominciarsi, senza dubbio sarà costretto a credere che ne debbia seguire qualche cosa molto rilevante: ma spesso abbiamo visto preparazioni grandi facilmente quietate. Li Spagnuoli in tutti i tempi hanno mostrato esser uomini molto intendenti del governo, e in tanti moti circostanti non si vedono far preparazione alcuna. Conviene ben dire una di due cose: che essi vedono l’esito dove il tutto debbe termi-


  1. Dall’edizione di Ginevra, pag. 234.
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