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50 | lettere di fra paolo sarpi. |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Sarpi - Lettere, vol.2, Barbèra, 1863.djvu{{padleft:58|3|0]]anch’egli intento al medesimo scopo, cioè alla pace d’Italia; e in fine, perchè la fazione papista si accrebbe pel contegno tenuto dal re di Francia. Egli per un intero quadriennio moltiplicò le sue istanze affinchè si facesse l’accordo col papa, e le sue esortazioni non andarono esenti da minacce: a tale che molti dei buoni fecero defezione; e quelli che ancora stanno saldi, non amano gran fatto il re, siccome pervertitore della buona causa, nè di lui più si fidano.[1] Sta loro scolpito nell’animo quel ch’egli tentò di ottenere colle sue lettere qua spedite; e tuttavolta temono ch’egli non affetti di gratificarsi il papa a prezzo della nostra servitù. Queste due verità sono fuori di controversia, infra gli esperti delle cose italiane: l’una, che nè il papa nè la curia romana potranno mai separarsi dalla casa d’Austria; l’altra, che i nostri papisti si schiereranno sempre dal lato ed a pro dello spagnuolo. Tutto ciò sia confidato nel seno di lei, come signore ed amico.
Il padre Fulgenzio andò a Roma, dopo aver avuta dal papa la pubblica fede che nulla sarebbesi operato a discapito del suo onore. In questi diciotto mesi fu continuo l’ammonire che fecero per indurlo ad abiurare: non volle cedere, ed è questa la cagion vera della sua prigionía; il pretesto poi, che meditasse di fuggirsi in Inghilterra. Stia sana.
Del 22 d’aprile 1610.
- ↑ Chi può leggere queste cose e non maravigliarsi del ritornare delle umane vicende e degli stessi periodi della storia? Vedasi anche la pag. 53.