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lettere di fra paolo sarpi. 51

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CXXXV. — Al signor De l’Isle Groslot.[1]


In questa settimana sono arrivate le due di V.S.; una delli 23 marzo, l’altra delli 6 del presente, se bene venute per diverse vie; e questo istesso è anco occorso nelle lettere del signor ambasciatore. Mi piace che V.S. si sia portata in Parigi, se ben vorrei che ciò fosse stato non per causa di afflizione, ma di piacere.

Non dispiace meno a me che a V.S. la partita del signor ambasciatore da Parigi, perchè ci leverà qualche parte del comodo che abbiamo del far passar le lettere; poichè il successore ***.[2] Però io ho puntato col signor Castrino un modo, mediante il quale continueremo ancora quasi un anno, e non dubito che dopo non siamo per trovar altri, sì che la nostra comunicazione possa seguire quanto piacerà a Dio darci la vita.

Il successore del signor ambasciatore si è messo in ordine per partire al principio del mese seguente; ma dovendo far così lungo viaggio, ha voluto prima andare a visitar la Madonna di Loreto, da dove non è ancora ritornato.

La cifra bisogna che sia imperfetta, come fatta da me, che di quella professione non intendo: prego V.S. darle la perfezione che li manca delle sillabe, la quale mi accenna, e qualunque altra che veda esser utile.

Dalla differenza ch’io ritrovo nelle due suddette


  1. Edita in Ginevra ec., pag. 239.
  2. Lacuna della prima stampa; ma vedi qui dinanzi la Lettera, che giudicammo imprudente, a pag. 36.
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