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lettere di fra paolo sarpi. 69

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Sarpi - Lettere, vol.2, Barbèra, 1863.djvu{{padleft:77|3|0]]Convennero appresso Cesare i tre elettori di Colonia, Magonza, Sassonia, e il legato di Treveri, con altri duchi e arciduchi e langravi, e cattolici e luterani. All’infuori di banchetti e libazioni, non so che altro si facessero. Il pontefice manda nunzi al re di Spagna; e a voi fuor dell’ordine, nell’interesse della pace, l’arcivescovo di Nazareth: nome fatale alla Francia per le cose fatte da quel Mirto, che, fregiato della stessa dignità sotto Enrico III, ebbe e fu insieme tanta parte della santa alleanza. Ma intanto il pontefice non trascura la propria famiglia; ha comprato a Sulmona nel regno di Napoli un principato di 50,000 ducati, e altri 10,000 ne ha colà inviati per aumentare gli acquisti. La romana curia niente teme più della guerra. Io prego Dio che tutto indiriga al suo onore, e Lei serbi lungamente incolume e verso di me disposta all’usata benevolenza. Stia sana.

Venezia, 9 maggio 1610.




CXXXVIII. — Al signor De l’Isle Groslot.[1]


Quello che V.S. mi scrisse innanzi la sua partita di Parigi, non fu troppo, perchè non era superfluo, vedendosi adesso che le cose dette da Lei si vanno verificando. Se li fatti del principe di Condé saranno tanti e tanto ben ordinati, quanto li viaggi, dobbiamo da lui aspettare gran cose. Sono ben certo che è principe di ottima intenzione e gran-


  1. Dalla raccolta di Ginevra ec., pag. 245.
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