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SATIRA I
Rassegna dei vizi del tempo, e proposito di scriver satire.
Sol deggio ascoltar sempre, e mai rifarmi
Del tedio che mi dà Cordo, affiochito
Da tanto recitarmi il suo Tesèo?1
Dunque m’avranno impunemente letto
5Chi le tragedie sue, chi l’elegìe?
Impunemente una giornata intera
M’avrà portato via l’arcilunghissimo
Telefo, ovver l’Oreste,2 infin sui margini
Scritto da cima a fondo, ed anche a tergo3
10Dei fogli, eppure non finito ancora?
Niun sa la casa sua, com’io di Marte
Il bosco, e l’antro di Vulcan sì presso
L’Eolia rupe. Che facciano i venti;
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