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xiv prefazione

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Satire (Giovenale).djvu{{padleft:14|3|0]]una stoccata al pantomimo Paride, il quale dispensava a suo capriccio cariche e favori. Ma sul nome dell’Imperatore, e sul luogo dell’esilio si contraddicono; tanto che in questa controversia, anzichè stabilire nulla di certo, non è poco se si può acquistare qualche probabilità. Stando all’autorità degli antichi, il dubbio intorno alla persona verte unicamente fra Domiziano e Trajano. Ma alcuni moderni hanno voluto mettere in campo anche il nome di Adriano: non perchè nei detti versi non sia abbastanza chiara l’allusione al regno di Domiziano; ma perchè in Trajano, o in Adriano, sarebbe nato il sospetto che Giovenale con quella tirata contro Paride volesse figuratamente beccare i vizi del loro tempo:[1] per lo che costoro sarebbero venuti in grande ira contro il poeta. Rispetto al luogo, alcuni stanno per l’Egitto, altri per la Caledonia, o Scozia come si dice oggi. Prima però di entrare in questa disputa, siccome le maggiori prove che si possono addurre, debbonsi trarre dalla settima satira sopra ricordata, e in particolar modo dall’accertamento del tempo in cui fu scritta, gioverà fin d’ora stabilire e fissare questo punto.

L’illustre filologo Federigo Hermann di Gottinga, mancato da non molto ai vivi con grave

  1. «Quibus (carminibus) Trajanus, intelligens vita carpi sui temporis, ira percitus, ... fecit eum praefectum militum etc.».
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