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di giovenale | 45 |
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Svegliato ingegno, sfrontatezza audace,
Facile parlantina, che trabocca
Più di quella d’Iseo.[1] Dimmi, che pensi
Che sia costui? chiedi e domanda; è tutto
Ciò che tu vuoi: Grammatico, Rettorico,
Pittore, Bagnajuolo, Mattematico,
Augure, Mago, Medico, Funambulo.
Tutto sa, tutto puote ogni grecuzzolo
Affamato: egli va, se tu gliel ordini,
Egli va fino in cielo. In fin dei conti,
Nè Sarmata, nè Mauro, nè Trace
Era colui che s’attaccò le penne,[2]
Ma nato in grembo della stessa Atene. -
E questi porporati farabutti
Fuggir non debbo? e lascerò che primo
Firmi, ed ai pranzi s’abbia il miglior posto,
Un che dal vento fu sbalzato in Roma
Fra balle di susine e fichi secchi?
Ma dunque non si conta omai più nulla
L’aver fin dalla nascita bevuto
L’aure dell’Aventino, e di sabine
Bacche aver preso il nutrimento primo?
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