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xxxii | prefazione |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Satire (Giovenale).djvu{{padleft:32|3|0]]primi anni di Trajano. Se poi alcuno volesse di ciò altre prove, gli sarà agevole di cavarle fuori dal testè ricordato epitaffio, ed anche dall’avanzata età, cui sappiamo esser giunto il Poeta. Quando Giovenale fu mandato al governo di una coorte, per le notizie che ne abbiamo, era nuovo affatto alla vita militare. Non potea dunque in quella iscrizione darsi il titolo di tribuno, se non dopo essere ritornato da quella milizia. Per ciò che riguarda l’età, è fuor di dubbio che viveva sempre nell’808 di Roma e 127 di Cristo, come ne fa fede un luogo della satira decimaquinta, dove è rammentato il console Iunco,[1] il quale figura nei Fasti consolari appunto a quell’anno.[2] Ora, secondo questi calcoli, il Poeta avrebbe per conseguenza toccati almeno gli ottant’anni: il che esclude affatto ch’egli terminasse i suoi giorni in esilio, ove questo non si voglia estendere da Domiziano fino agli ultimi anni di Adriano. Ma a ciò si oppone il citato epigramma di Marziale, non che mille altre ragioni, e primieramente quasi tutte le Satire, le quali portano dei segni manifesti d’essere state scritte a Roma, e dopo la morte di Domiziano. Del resto, non pure l’ottantina, ma è probabile che il Poeta vedesse