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prefazione | xxxiii |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Satire (Giovenale).djvu{{padleft:33|3|0]]l’anno ottantesimo terzo:[1] e non manca chi lo fa giungere fino alla decrepitezza, ponendo la sua morte avvenuta sotto il primo degli Antonini. Ma di ciò non v’è alcuna prova, tranne l’affermazione di uno degli antichi.
Riepilogando dunque il fin qui detto, e venendo alla conclusione, io dico che anche in mancanza di prove esterne certe e sicure, gli argomenti che si possano trarre dall’esame comparativo e dell’antiche notizie intorno a Giovenale, e della storia dei tre imperatori, sono tali che debbono farci tenere per quasi certezza, che non Trajano nè Adriano, ma sì il superbo, falso, sospettoso e feroce Domiziano, col pretesto di un ufficio militare, cacciò d’Italia, e avrebbe voluto dal mondo, il terribile flagellatore della corrotta e fracida società romana; facendogli così vedere col fatto, che anche senza le raccomandazioni di Paride egli creava prefetti e tribuni.[2] Il tempo di questa espulsione fu verosimilmente fra l’ottantatrè e l’ottantacinque del’èra cristiana, in occasione dell’impresa contro i Caledonj, quando Giovenale avea circa trentasei anni: e il luogo dove fu mandato dovette essere la Scozia, e non l’Egitto; il quale tuttavia non potendosi negare che fosse
- ↑ <span class="errata" title="Johann Valentin Francke">Frank, Examen criticum. D. I. Iuvenalis vitae. — Alten, 1820.
- ↑ «Sed tamen paulo post, ut sciret sibi iratum principem, in codicillis suis ad eum in exercitu mittendis inseruit: et te Philomela promovit».