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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Scientia - Vol. VII.djvu{{padleft:128|3|0]] un’altra ne sorgeva e si rafforzava sempre più, costituita dall’interesse economico della classe dominante, la quale, nata, come abbiamo visto, col nascere della società stessa, si era poi perpetuata evolvendosi nelle più svariate forme dello sfruttamento economico. Ma, nella stessa guisa che il progresso continuo dei perfezionamenti produttivi aveva finito per moderare la pressione alimentaria e per rendere ad ogni modo la guerra non più adatta a risolverla, così i progressi produttivi ulteriori, ed in ispecie quelli sì meravigliosi degli ultimissimi tempi, hanno non solo aperto mille nuovi sbocchi all’avidità di lucro delle varie classi e sottoclassi capitaliste dominanti, ma, per le relazioni economiche stesse internazionali che essi hanno prodotto, hanno fatto sì che, anche in caso di vittoria del proprio paese, queste classi e sottoclassi capitaliste dominanti risentirebbero da una qualsiasi guerra fra le nostre nazioni civili danno enorme anzichè vantaggio.

A questo stadio altissimo di perfezionamento produttivo raggiunto dalla società umana, a questo punto veramente singolare toccato oggi per la prima volta dalla evoluzione economica, la guerra è condannata a scomparire, sì come, per ragioni economiche corrispondenti, sono già scomparsi da noi gli antichi orrori primitivi del cannibalismo o della decimazione in massa della popolazione nemica[1].

E con questo rarefarsi e con questo graduale scomparire della guerra cessa così un altro stimolo ancora, e fra i più possenti, all’attivazione della funzione religiosa.

Vediamo, dunque, per riassumere tutto il sin qui detto, che se in antico mille diversi ed impellenti bisogni sociali mettevano di continuo in esercizio e conseguentemente sviluppavano l’organo religioso, oggi, invece, col progredire dell’evoluzione sociale, tutte le cause essenziali di attivazione della funzione religiosa sono venute a poco a poco a cessare; cosicchè l’organo religioso è condannato ad uno stato sempre più pronunciato di «non uso», che lentamente ma ineluttabilmente tende ad atrofizzarlo.

Non parrà quindi strano se a questo stato di progrediente inattività dell’organo religioso proceda oggi di pari passo lo

  1. Per un più completo sviluppo di questa tesi, vedi ancora Eugenio Rignano, Op. cit.: Di un socialismo ecc., ultimo capitolo, sezione quarta: Della guerra.
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