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Prefazione ccxxvii

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Sonetti romaneschi I.djvu{{padleft:239|3|0]] pecore.„ (Ibid., 646.) E interpetrava le quattro iniziali del Crocifisso cosi: Io Non Riconosco Infallibilità.

In quegli stessi giorni dava poi sulla politica mulesca dell’Antonelli un giudizio, che la storia confermerà, io credo, pienissimamente:

  Fior di cicoria!
Se i preti se ne andranno a pancia in aria,
D’Antonelli sarà tutta la gloria.

Arguto stornello, che il Roncalli (Ibid., 629) assassina in questa forma:

  Fiore di cicoria
Se i preti vedremo andare a pancia in aria
Del cardinale Antonelli sarà tutta la gloria.

Il famoso S. P. Q. R., che Pasquino, alludendo alla nessuna autorità rimasta sotto i Papi al Municipio Pomano, lesse già: Si Peu Que Rien, e in tanti altri modi; dopo il 1870 lo lesse: Sanctus Pater Quondam Rex,[1] e a proposito del Sella ministro delle finanze: Sella Piglia Quanto Resta; e mentre era Sindaco di Roma Luigi Pianciani: Sindacus Plancianus Quondam Republicanus.

E queste furono, si può dire, le sue ultime parole. Dubito, anzi, che alcune non siano sue, ma de’ suoi emuli ed uccisori, con la cui opera è naturale che negli ultimi momenti la sua si andasse confondendo; resta però a lui il vantaggio di aver già da solo, nella storia, un’importanza che essi non possono sperare d’averci, se non collettivamente.

  1. Marco Besso, Roma nei Proverbi ecc.; Roma, 1889; pag. 78.
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