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Sonetti del 1830 65

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Sonetti romaneschi I.djvu{{padleft:377|3|0]]cialissima, e difficile a definire. Vale, a un di presso, tutte queste cose insieme: "Capite?! Lo vedete?! Ne volete di più?!„ Ironicamente, dicono anche: A vvoi! annàtesce a bbeve (andateci a bere).]      22 Ironia di quattro soli. Si pretende che questo fatto sia realmente accaduto così.

LI CATTIVI UGÙRI.[1]

1.

  So’ le corna d’Aronne![2] De sti fatti
Tu nu ne sai nemmanco mezza messa.[3]
Lo vòi[4] sapé pperchè a Lluscia l’ostessa
J’anno arubbato tutt’e ttre li gatti?

  Lo vòi sapé pperch’ha ddu’ fijji matti?
Perchè ha pperza[5] cór prete la scommessa?
Perchè er curiale pe’ ’na callalessa[6]
J’ha maggnato la dota a ttutti patti?

  Lo vòi sapé pperchè jj’è mmorto l’oste?
Perchè ll’antra[7] ostaria de zi’ Pasquale
J’è arivata a llevà ttutte le poste?[8]

  È pperchè un anno fa, dde carnovale
Ner connì[9] ll’inzalata e ll’ova toste,[10]
Svorticò[11] la luscerna e sverzò[12] er zale.[13]

10 settembre 1830


  1. Auguri. [L'autografo porta scritto di mano dell'autore: Sonetti tre. Ma non se n'è trovati che due.]
  2. Sono etc.: Frase di opposizione all’altrui sentimento.
  3. [Non ne sai quasi nulla.]
  4. Vuoi.
  5. Perduta.
  6. [Per una calda-a-lesso: per una ballotta]: per un nonnulla.
  7. L’altra.
  8. [tutti gli avventori.]
  9. Nel condire.
  10. [sode.]
  11. Rovesciò.
  12. Versò.
  13. [Unico rimedio, in questo terribile caso del sale versato, è di buttarsene subito un pizzico dietro le spalle!]
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