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84 Sonetti del 1830

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Sonetti romaneschi I.djvu{{padleft:396|3|0]]netto: Li ggiochi, 26 nov. 31. E perciò, qui, la frase è ironica.]      3 Ospedale presso il Foro Romano.      4 Il chirurgo Trasmondi. 5      5 Visitò. Raramente però i Romaneschi aggiungono questa sillaba alle parole accentuate, quando non terminino un periodo e facciano punto.      6 Schiena. [Dal germanico skina.]      7 [Fece]: disse.      8 È profondo.

IN ACQUA LAGRIMÀR' IN VALLLEFonte/commento: ec.[1]

  Fàcce mente-locanna,[2] mastro Mèo,[3]
E tt’aricorderai, si nun zei cèscio,[4]
Ch’er zito indóve fàmio[5] a ccavacescio[6]
È er muro de San Neo e Ttacchineo.[7]

  Anzi in cuer logo ar fio[8] de Zebbedeo,
Per imparajje un giorno a ttiené ccescio,[9]
Je dassi[10] tu ’na sscivolata a sbiescio,[11]
Che cce schioppò pe’ tterra er culiseo.[12]

  Che ttempi! ahù! cchi l’aripijja? Bbréga?[13]
Mo tte schiatti e ffatichi e sta’ ar fettone,[14]
E ttanto o Cristo o er diavolo te frega.[15]

  La mojje, er cavalletto,[16] la piggione,
Er curato[17]... oh ssciroppete sta bbega,[18]
Senza sputatte[19] fédigo[20] e ppormone!


Terni, 4 ottobre 1830

  1. In hac lacrymarum valle.
  2. Facci mente locale.
  3. [Bartolommeo.]
  4. Imbecille.
  5. Facevano.
  6. [A] cavaceci: [a cavalluccio. Nell'Umbria dicono: a cingicollo.].
  7. SS. Nereo ed Achilleo.
  8. Figlio.
  9. Tener cecio, cioè: “conservare i segreti„.
  10. Dasti.
  11. [A sbieco], a sghembo.
  12. [Intendi dunque che Mèo, a cui il figliuolo di
    Zebedeo non aveva mantenuto un segreto, profittò del por-
    tarlo a cavalluccio per vendicarsi, fingendo di scivolare e
    mandandolo per le terre.]
  13. Personaggio immaginario, che equivale a nessuno.„ [Ma si veda la nota 4 del sonetto: L'accoppatura, 10 dic. 44.]
  14. Stai assegnato. [Contento alla fetta, al fettone di pane che ti tocca in famiglia. Questa mi pare l’origine della frase. Potrebbe però derivare anche dall’uso di certi conventi e di certe famiglie di distribuire, in un determinato giorno della settimana, una fetta di pane a’ poveri. Cfr. vol. VI, pag. 54, nota 5.]
  15. Ti corbella.
  16. [V. la nota 6 del sonetto: La Ggiustizzia ecc., 7 febb. 82.]
  17. [V. vol. VI, pag. 288, nota 1.]
  18. Oh togliti sù questa serie di guai.
  19. Sputarti.
  20. Fegato.
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