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Sonetti del 1831 105

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ER PURGANTE.

  Cuanno cuela bbon’anima d’Annotta
Ebbe l’urtima frebbe e stiéde male,
Pe’ avé ll’ojjo de riggini[1] che sbòtta[2]
4Vòrzi[3] curre da mé dda lo spezziale.

  E cco’ la cosa[4] ch’er cumpar Natale
M’ha ttienuto a bbattesimo Carlotta,
Acquàsi[5] ne cacciò mmezzo bbucale[6]
8E mmé lo vòrze[3] dà ffresco de grotta.

  Ma cch’edè e cche nun è,[7] du’ ora doppo
Lei sentì ggran dolori a le bbudella,
E scaricò tamanto[8] de mallòppo.[9]

  12E ppoi da mmerda in merda, poverella,
Bbisogna dì che ll’ojjo fussi troppo,
Mòrze,[10] salute a nnoi, de cacarella.[11]


In legno, da Valcimara al Ponte della Trave,
28 settembre 1831.





  1. Olio di ricino.
  2. Scarica.
  3. 1 2 [Volli, volle.]
  4. Pel motivo.
  5. [Quasi.]
  6. [Un boccale equivaleva a poco più di due litri.]
  7. Espressione di sorpresa per cosa imprevista.
  8. [Più che il semplice tanto. Cfr. la nota 6 a pag. 12 di questo volume.]
  9. Massa di materie.
  10. Morì.
  11. Cacaiuola.
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