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Sonetti del 1831 137

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SANTO TÒTO[1] A CAMPOVACCINO.

  Nun c’è da repricà: ll’antichi puro
Ereno bboni e ppopolo devoto.
Pregaveno li santi addoss’ar muro
4De scampalli da guerra e tterremoto.

  Si de sto fatto nun vòi stà a lo scuro,
Oggi fascémo un tantinel de moto,
E annàmo a un tempio, antico de sicuro
8Che sse seguita a ddì dde Santo Tòto.

  Quanno le cose, Pippo, le dich’io,
T’hai da capascità che ssò vvangeli,
Ché tu cconoschi er naturale mio.

  12Ner mi’ ovo, ehèe, nun ce so’ ppeli;
E tte saprebbe ddì ssi come Iddio
Fesce pe’ ffrabbicà li sette-sceli.

Terni, 4 ottobre 1831.



  1. Antico tempio di Vesta, oggi di S. Teodoro. [Ma Tòto, più comunemente, è accorciamento di Antonio.]
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