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Sonetti del 1831 183

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Sonetti romaneschi I.djvu{{padleft:495|3|0]]stantino.]      29 [Voluto intendere, inteso di dire.]      30 [Così si risponde sarcasticamente, quando non si vuol ripetere quel che s'è detto prima, e che non può piacere all'interrogante. — Assóggna: sugna.]

LA COLONNA DE PIAZZA-COLONNA

  Ma cch’estro ha da vienì a ’no scarpellino
De stampà le colonne a cresceccala,
Come jerzera tu fascessi in zala
Co cquer rotolo tonno de scerino!

  Sti pupazzetti poi vestiti in gala
Sò ttutte l’Arte antiche: c’è er rotino,
Er barcarolo, er muratore, e inzino
La ggente co’ la sega e cco la pala.

  Ce sò puro le forche, li tormenti,
La Carestia[1] cór Zanto Madrimonio
E tutti l’antri sette Sagramenti.

  Pare fatta per arte der demonio!
Eppuro nò, cchè in diesci ggiorni o vventi
La bbuttò ggiune un certo Mastr’Antonio.[2]


Roma, 23 ottobre 1831 - De Pepp’=== no match === er tosto

  1. Eucaristia.
  2. Colonna Antonina.
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