< Pagina:Sonetti romaneschi I.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
236 | Sonetti del 1831 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Sonetti romaneschi I.djvu{{padleft:548|3|0]]
LA BBONA FAMIJJA
Mi’ nonna a un’or de notte che vviè Ttata
Se[1] leva da filà, ppovera vecchia,
Attizza un carboncello, sciapparecchia,[2]
E mmaggnamo du’ fronne d’inzalata.
Quarche vvorta se fâmo[3] una frittata,
Che ssi[4] la metti ar lume sce se specchia[5]
Come fussi[6] a ttraverzo d’un’orecchia:
Quattro nosce,[7] e la scena[8] è tterminata.
Poi ner mentre ch’io, Tata[9] e Ccrementina
Seguitamo un par d’ora de sgoccetto,[10]
Lei sparecchia e arissetta[11] la cuscina.
E appena visto er fonno ar bucaletto,
’na pissciatina, ’na sarvereggina,
E, in zanta pasce, sce n’annamo a letto.
28 novembre 1831 - Der medemo
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.