< Pagina:Sonetti romaneschi I.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.

Sonetti del 1831 245

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Sonetti romaneschi I.djvu{{padleft:557|3|0]]

L'UFFIZZIALE FRANCESE

  Voi, sor gianfutre mio, sete uno sciocco
Ar brusco, ar zugo, ar burro e in gelatina,
Cor una testicciola piccinina
D’avenne[1] er mercordì vvent’a bbaiocco.

  Ma ccome un gallo pò cchiamasse un cocco,[2]
Si er cocco ar monno è un ovo de gallina!
Voi pijjate campana pe’ bbatocco,
Voi confonnete er re cco la reggina.

  E ssull’ova ch’edè[3] a st’antra bbaruffa?
Se sa,[4] mme fate dì a la pollarola
Che vve ne manni du’ duzzine a uffa;[5]

  E cquella c’ha studiato a un’antra scôla,
Appena ha inteso st’immassciata[6] bbuffa,
Ve l’ha mmannate[7] co’ la coccia sola.[8]

8 dicembre 1831 - D’er medemo

  1. Averne.
  2. Coq.
  3. Che è.
  4. Si sa.
  5. Oeuf.
  6. Ambasciata.
  7. Mandate.
  8. Cioè: “il solo guscio„.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.