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100 Sonetti del 1832

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ER FUMAFonte/commento: Sonetti romaneschi/Correzioni e Aggiunte

  Ma cche tte fumi, di’, sia mmaledetto:
Hai la faccia color de Monte-Mario,[1]
Tienghi, peccristo, scerte[2] coste in petto
Da mettele pe’ mmostra in zur Carvario:

  Pesi quattr’oncia meno d’un canario,
E nun hai carne d’abbastà a un guazzetto;
E ttutto er zanto ggiorno cór zicario,[3]
Da cuanno t’arzi inzino ch’entri a lletto!

  Senza contà che a tté, co’ sto porcile
Te puzzeno, per dio, sino li peli:
Vòi fini li tu’ ggiorni in marzottile?[4]

  Mazzato!, eh llassa er fume de la pippa
A sti frati futtuti d’Arescèli,[5]
Che ttiengheno un mascello in de la trippa.[6]

Terni, 7 novembre 1832

Note
  1. Il già Clivus Cinnae, detto oggi Monte-Mario, da un Mario Millini che vi possedeva una villa. Esso è composto di giallastri relitti marini.
  2. Certe.
  3. Sicario per “sigaro„ o “zigaro„.
  4. Mal sottile.
  5. Gli zoccolanti di S. Maria in Aracoeli, nell’antico luogo di Giove Capitolino sul Campidoglio.
  6. Vedi Annotazione al verso 14.

Annotazione al verso 14.

[Su questo stesso argomento e con la stessa intonazione; il Belli ha anche un sonetto italiano, scritto, come si rilevi dall’autografo, il 9 dic. 1888, e poi inserito in quella sua raccolta di Versi, stampata a Roma dalla Tipografia Salviucci nel 39. Eccolo qui, per gli opportuni raffronti, che posson farsi cominciando dal titolo, così vivo in romanesco e così classicamente morto in italiano.

IL FUMMATORE.

  Ma, per amor del ciel, dimmi, o figliuolo,
In qual nuova anfania sei tu venuto
Che un sigaro t’imbecchi ogni minuto
Sino a parerne un tizzo o un fummaiuolo!

  Tu?! così mingherlino e tristanzuolo,
Sparutel, segaligno e lanternuto,
Che se ti soffia addosso uno starnuto,
Te ne voli in Sicilia o nel Tirolo!
  Deh al tuo petto sottil non crescer danno,
Nè ridurti la bocca un letamaio
Sol per far quello che cert’altri fanno.
  E la morte che paghi al tabaccaio,
Folle, cangiala in libri, e ti daranno
Viver più lungo ed onorato e gaio.]

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