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110 Sonetti del 1832

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ER CODISCE NOVO

  Poveri gonzi,[1] currete, currete
A llegge[2] sti lenzoli a li cantoni:
Che vve penzate, poveri cojjoni?,
De trovacce da bbeve pe’ cchi ha ssete?

  Ve lo dich’io si mmai nu lo sapete
Che cce sta scritto in cuelli lenzoloni:
’n’infirza[3] de gastighi bbuggiaroni
Da facce inciampicà[4] cchi nun è pprete.

  Varda llì! pe’ ’gni càccola[5] ’na Legge,[6]
’na condanna, un fraggello, un priscipizzio!,
Accidentacci a cchi ssa scrive e llegge.

  Bono c’a ste cartacce chi ha ggiudizzio
Pè mmannajje ’na sarva[7] de scorregge[8]
Cor pijjà la patente a Ssantuffizzio.[9]


Terni, 9 novembre 1832

  1. Sciocchi.
  2. Leggere.
  3. Una filza.
  4. Inciampare.
  5. Minuzia.
  6. Una legge (con entrambe le e larghe).
  7. Salva.
  8. Peti.
  9. I così detti patentati di Sant’Offizio, investiti di certi privilegi molto favorevoli alle impunità.
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